- la regolarità tecnica del bilancio come da parere del responsabile del servizio finanziario e del revisore dei conti, anche se riteniamo inopportuno lo sbilancio fra le entrate correnti e le spese correnti, coperto con presunti oneri di edificazione. Riguardo ai numerosi mutui accesi, riteniamo troppo ottimistico presupporre che nei prossimi anni il costo del denaro resti così basso.
- l’assenza di una politica di gestione del personale: si riconosce che è sottodimensionato, cosa che si prende come scusa quando non si riescono ad espletare i normali adempimenti (vedi lettera della segretaria Lamari al Prefetto). Ciò causa ritardi ed inefficienze nei servizi ai cittadini, determina una carenza di controllo del territorio, tante telecamere un solo vigile che essendo solo, non riesce a far rispettare il divieto di transito dei mezzi pesanti in via Roma, così oltre ai disagi, dobbiamo rifare i dossi a spese dei cittadini di San Zeno. Si sposta una unità dell’ufficio Segreteria (già gravato da numerosi impegni e sotto organico, come dichiarato dal lui stesso) in biblioteca. Aumentano forse i servizi ai cittadini per la biblioteca, NO, l’orario rimane tale anche con tre persone. Tutto ciò si desume dalla lettura delle spese del personale, perché non si ha il coraggio di dichiararlo nella relazione programmatica. Infatti guarda caso, fra la documentazione l’organico previsto per la Segreteria e la Biblioteca, non compare.
- l’assenza di una volontà politica che renda trasparenti gli effetti che l’azione economica del bilancio ha sui servizi e sul grado di soddisfazione dei cittadini. Parliamo di bilancio sociale o ancor meglio di bilancio partecipativo. Per meglio spiegarci con questo tipo di impostazione, un ente pubblico, non può limitarsi a dire che vuole spendere 500.000€ per i servizi sociali o scolastici, ma deve arricchire questo dato con il numero di persone che beneficeranno dei servizi e possibilmente inserire il grado di soddisfazione registrato nell’erogazione dei suddetti servizi l’anno precedente. Si ha forse paura di specchiarsi, si perché è così che è stato definito il bilancio sociale, lo “specchio magico”.
- questa totale assenza di volontà, ancor meglio si evidenzia nella documentazione allegata al bilancio e nella descrizione dei programmi di governo, che risultano essere un semplice elenco della spesa, nessuna indagine demografica, nessuna indagine nemmeno quando prevista, come la condizione socio-economica delle famiglie;
- ma quali emendamenti avremmo dovuto presentare in cinque giorni, di fronte ad un bilancio da rifare nella sua impostazione sociale e nelle sue finalità? Con quale prospettive, visto che (a parte stasera) ci troviamo sempre di fronte ad un muro di gomma? Come potevamo presentare seri emendamenti, ed impostare una seria e preventiva discussione in commissione bilancio, se questa costituita il 17 dicembre, viene convocata dall’assessore al bilancio solo due giorni prima del consiglio. Una commissione dove la maggioranza si elegge il presidente ed il vicepresidente, senza ascoltare ragioni e senza rispettare lo statuto comunale e la normativa. È anche una questione etica e di stile, non solo normativa, nelle commissioni di controllo, come la commissione bilancio, la presidenza va all’opposizione e se si vuole lavorare seriamente si convoca nei giusti tempi.
- che le dichiarazioni di intenti come quelle posta a pag 38 della relazione programmatica: "L’obbiettivo primario politico e sociale di questa amministrazione è il raggiungimento di uno stato di soddisfacimento generale dei bisogni della collettività. Vista la congiuntura economica che si evidenzia anche nel nostro territorio, si prevedono maggiori risorse da destinare in corso d’anno al sostegno dei nuclei famigliari in difficoltà." Stridono fortemente di fronte ad una amministrazione che dopo aver determinato l’aumento delle bollette dell’acqua di oltre il 30% si appresta ad aumentare la tassa dei rifiuti del 10%. Quale sostegno alle famiglie si esercita, con i tagli alla scuola materna, che determineranno altri aumenti delle rette? Dove sono gli aiuti alle famiglie monoreddito, a quelle numerose, ai pensionati al minimo, ai disoccupati ai cassaintegrati?
- che sull’aumento della TARSU, non si è fatto un buon lavoro da un punto di vista politico. Per questo tipo di tassa, di fronte ad un aumento dei costi, ci si limita ad un aumento uguale per tutti delle tariffe, senza distinguere fra i tipi di utenze, fra la quantità di rifiuti prodotti e indipendentemente dal reddito della persona o famiglia tassata. A cosa serve la politica se bastano i ragionieri? Meno rifiuti meno costi e tariffe più basse, perciò niente aumenti. Vanno premiati ed incentivati quei cittadini, quelle attività, commerciali, artigianali ed industriali che si impegnano a produrre meno rifiuti. Non si può fare a meno di distinguere dal reddito delle persone, non è segno di equità porre come esenti indistintamente solo gli ultrasettantacinquenni. Riteniamo, ad esempio, sia più giusto, prevedere l’esonero della tassa per un settantenne con la pensione al minimo, piuttosto che un settantaseienne con un reddito annuo di 100.000€.
Per i suddetti motivi, malgrado la regolarità tecnica, il Gruppo consiliare “San Zeno è di tutti” dichiara il suo voto fortemente contrario in merito ad un bilancio che non tiene conto dei bisogni delle persone, dell’ambiente, della qualità della vita e fa ricadere l’aumento della pressione fiscale sui soliti noti.
Il capogruppo
"San Zeno è di tutti"
Fabio Odelli